giovedì 8 marzo 2018

torniamo a scrivere


DI FRONTE ALLA RICHIESTA DI 2500 CITTADINI

IL PRESIDENTE CIAMPI NON VOLLE RISPONDERE.



INTERPRETIAMO COSÌ  L’ATTEGGIAMENTO DI CIAMPI





Non ho tempo per voi, cittadini di Augusta.

Il mio tempo è prezioso, come anche la mia vita.

Sono troppo impegnato

a ricevere ministri e capi di stato,

attori ed atleti,

a conferire medaglie ed onorificenze,

a preparare discorsi da tenere per le prossime visite.

Sono troppo affaccendato

con i grandi politici per l’economia mondiale

e gli affari di governo;

Sono troppo indaffarato

a mandare corone di fiori e messaggi di solidarietà

per le ricorrenze di stragi e calamità,

sono troppo tirato qua e là

per impegni mondani e istituzionali.

Sono troppo impegnato a girare l’Italia

per inaugurare mostre e teatri,

a partecipare alle “prime”,

e alle cene di lavoro.

Sono troppo occupato

a scambiare doni con chi mi viene a trovare.

Il mio tempo è solo per i “grandi”,

non per la piccola Augusta.

Ci son troppe leggi da firmare,

atti importanti per la nazione che rappresento.

Sono troppo impegnato persino a girare spot pubblicitari …

E poi, perché venire proprio ad Augusta?

Il mare di Sardegna è più bello, l’aria più fine.

Ci son le Alpi dalle cime innevate

e persino le odorose e rosee Dolomiti.

Ci sono anche Siracusa, Noto, Ragusa e Palazzolo,

appena dichiarate “patrimonio dell’umanità”.

Cosa c’è di tanto importante ad Augusta

per chiedere il mio intervento?



Ad Augusta, signor presidente, si produce

la benzina che fa camminare la sua auto,

il carburante che fa volare il suo aereo,

l’energia che riscalda e illumina la sua casa,

l’industria che fornisce a Lei e a tutta l’Italia beni e servizi ….



Ma nella piccola Augusta, signor presidente,

nel silenzio si consuma una grande tragedia:

ci sono quelli che per tutta l’Italia

ed anche per lei lavorano e soffrono,

soffrono e muoiono lasciando

mogli e figli nel pianto.



Ad Augusta, signor presidente,

anche i bambini pagano amaramente

ancor prima di nascere

il prezzo del “velenoso progresso”.



Ad Augusta, signor presidente,

si vive meno che nel resto d’Italia:

c’è il silenzioso olocausto di tanti cittadini

che per rendere grande la patria

lavorano e muoiono di  questo lavoro.



Signor presidente,

la sua indifferenza per Augusta sarà

quella di un padre potente e importante

che di fronte al figlio malato o morente

gli dice: “sono troppo impegnato,

non ho tempo per te”.

Sac. Prisutto Palmiro